Arte e mestieri nel Sestiere di Dorsoduro


L' apoteosi del Veronese e il cantiere dove si fabbrica la gondola

 

Volete rimanere distanti dalla folla e dai soliti percorsi turistici?
Avete voglia di ascoltare il primitivo battito di Venezia scoprendo con grande meraviglia una delle gemme dell’arte veneziana e uno dei suoi mestieri indispensabili?

Nel Sestiere di Dorsoduro, la zona che delimita il lato Sud di Venezia, vi aspettano la Chiesa di San Sebastiano, un vero tripudio di opere del Veronese, e lo Squero di San Trovaso, uno dei più antichi e pittoreschi cantieri per la costruzione delle barche, tutt’ora attivo.

La Chiesa di San Sebastiano

A pochi passi dalla meravigliosa vista che dalle Zattere si apre sul bacino della Giudecca si nasconde la Chiesa di San Sebastiano, voluta a metà del 1400 dai Monaci Eremiti di San Girolamo (Gerolimini) che proprio in quel posto avevano il convento.

All’inizio del 1500 l’impianto primitivo subì una importante innovazione su progetto di uno dei più celebri architetti del Rinascimento Veneziano, Antonio Abbondi chiamato lo Scarpagnino, assumendo così l’attuale aspetto con la caratteristica facciata di stile neo classico in pietra d’Istria che si può ammirare dal ponte che conduce al suo ingresso.

L’amicizia che legava il priore del convento, Fra Bernardo Torlioni, al Veronese fu fondamentale per rendere celebre nei secoli la Chiesa di San Sebastiano. In una Venezia artistica dominata dai colossi Tiziano e Tintoretto, iniziava a far breccia l’opera del giovane Paolo Caliari detto il Veronese al quale nel 1554, a soli 26 anni, il priore commissionò la decorazione della Sagrestia.

Come la Scuola di San Rocco per il Tintoretto, la Chiesa di San Sebastiano fu un vero colpo di fulmine per il Veronese che ci lavorò in più riprese assieme alla sua bottega nei successivi 20 anni lasciando alla fine una sessantina di opere tra tele ed affreschi tra le quali spiccano Il Trionfo di Mardocheo, la splendida pala dell’altar maggiore con La Madonna in gloria con San Sebastiano e altri Santi, il Martirio di San Sebastiano e le portelle dell’organo che, se chiuse, mostrano La presentazione al tempio, se aperte, La piscina probatica.

Ma il legame eterno del Veronese con la Chiesa di San Sebastiano non si limita solo ai suoi dipinti visto che in un lato della navata riposano anche le sue spoglie. E per non farvi mancar nulla, all’interno della Chiesa di San Sebastiano vi sono opere di altri importanti pittori come Palma il Giovane, Paris Bordon, il Vicentino, lo Schiavone e, dulcis in fundo, anche del Tiziano con il suo splendido San Nicola.

Lo Squero di San Trovaso

Sempre a pochi passi dalla sublime vista che dalle Zattere spazia sul bacino della Giudecca e sul frequente transito delle navi, dimora lo storico Squero di San Trovaso, un antico cantiere per la costruzione delle barche veneziane in legno ancora attivo.

L’origine della parola “squero” è dibattuta: una versione la riconduce alla “squadra”, lo strumento di misurazione che chi lavora in un cantiere ha sempre con sè, un’altra versione ritiene che derivi dal termine greco  “σχάριον” (eschàrion) che significa cantiere. Già osservare da fuori lo Squero di San Trovaso costituisce per il visitatore una sorpresa: “Ma come? Siamo a Venezia o in un paesino delle Dolomiti?”

Le costruzioni che fanno da cornice al cantiere assomigliano, infatti, allo stile tipico delle case del Cadore (un territorio delle vicine Dolomiti) perché proprio da questo luogo provenivano nel 1600 i primi maestri d’ascia che lo fondarono e sempre dal Cadore proveniva gran parte della materia prima, il legno. Un tributo quindi ai luoghi di origine e un modo, forse, per combattere la nostalgia di casa.

Lo Squero di San Trovaso è uno dei pochi cantieri che sono rimasti attivi e la barca di gran lunga più costruita è la gondola che continua ad essere allestita con le stesse modalità del passato, con un processo esclusivamente manuale che rende ogni gondola, seppur simile, diversa da un’altra.

La visita dello Squero di San Trovaso è un’esperienza molto originale e piena di pathos. Vi troverete infatti a contatto con i maestri d’ascia intenti nel loro lavoro, respirerete il profumo e calpesterete i trucioli del legname usato per la costruzione delle barche, osserverete da vicino i diversi componenti di una barca, alcuni dei veri capolavori di artigianato.


All’uscita dello Squero di San Trovaso la Chiesa di San Gervasio e Protasio (San Trovaso) con una strepitosa tela del Tintoretto “L’ultima cena”, una delle tante “ultime cene” dipinte dal genio della pittura Veneziana.



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