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Ridotto, la Casa da gioco
Un luogo dove nobili e plebei si mescolavano liberamente era l’imponente struttura nota come Ridotto, una casa da gioco che si trovava vicino alla florida chiesa barocca di San Moisè, non lontano da Piazza San Marco. Vero e proprio tempio del caso in un’epoca in cui si venerava il denaro, le lussuose sale rosse e dorate del Ridotto erano ornate con pelle stampata e illuminate da finissimi lampadari di cristallo di Murano.
Nella loro ozio, i nobili veneziani portavano il gioco d’azzardo agli estremi: mettevano a rischio i loro vestiti, i loro possedimenti terrieri, persino le loro mogli, ognuna delle quali poteva finire in mano a un popolano mascherato. Molte grandi famiglie patrizie furono rovinate dal gioco d’azzardo, e molti popolani si arricchirono enormemente. Il gioco d’azzardo divenne così grave che l’Autorità veneziana chiuse il Ridotto nel 1774. Il gioco d’azzardo non scomparve del tutto ma continuò ad essere praticato in segreto.
Una totale libertà del sesso
Si è detto che nel 1700 a Venezia tutte le donne erano cortigiane durante il Carnevale. Sempre durante questo periodo dell’anno regnava la libertà assoluta nella sfera sessuale e le donne veneziane ne approfittavano al massimo.
Cicisbeo, un “Secondo Marito”
Le figure chiave nella liberazione della donna veneziana, soprattutto durante i sei mesi di carnevale, sono state il marito tollerante e il suo Cicisbeo, o compagno riconosciuto. Dopo il primo anno di matrimonio, una donna patrizia era libera di scegliere il suo Cicisbeo con tutto il consenso del marito. Egli doveva essere suo pari nella vita sociale e frequentare costantemente la sua signora, baciandole la mano ogni volta che la incontrava, accompagnandola costantemente alle feste di Carnevale, ballando il Minuetto. L’aiutava a salire sulla sua gondola, chiamava i suoi servitori per lei e ogni tanto faceva l’amore con lei.
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Il Casinò, un nido di piacere
Mentre la moglie patrizia era fuori a spassarsela con il suo cicisbeo, il marito patrizio stava più che probabilmente spassandosela con il suo amore momentaneo di Carnevale, al suo “Casinò” dopo aver ballato il Minuetto alle feste nei sontuosi palazzi che si affacciano sul Canal Grande. Il Casinò era un piccolo nido d’amore, solitamente decorato con specchi e affreschi di Murano, che i patrizi mantenevano per il divertimento dei suoi amanti, dopo i balli di Carnevale. Il nobile portava il suo amore al suo Casinò in una gondola coperta.
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