La Galea Ducale
Il Bucintoro era la Galea Ducale, nave dorata sulla quale il Doge, come simbolo del dominio di Venezia, solcava il mare durante la festa della Sensa (Ascensione).
Del Bucintoro sappiamo ben poco, una tradizione lo vuole antichissimo risalente addirittura ai tempi del Doge Tradonico (836-864). L’ultimo fu varato nell’anno 1722; era lungo piedi veneti 100 (m. 34,800); largo 21 (m. 7,308); alto 24 (m. 8,352). L’altezza era divisa in due piani e siccome la parte in emersione era più alta di quella immersa, si usava solo quando le condizioni di tempo erano buone. Era mosso da 168 vogatori, quattro per ogni remo.
Uscì in bacino il 12 maggio 1722, di color rosso e senza dorature (fu dorato successivamente da G. Adami); spogliato dei suoi ornamenti, saccheggiato e semidistrutto dai Francesi nel ’97, fu ridotto dapprima a batteria costiera col nome di Prama Idra e poi a prigione per ergastolani: le parti dorate, accumulate alla rinfusa nell’isola di San Giorgio, furono date alle fiamme, quasi in sfregio dell’ormai caduta Repubblica, fra lo stupore e la paura generale del popolo che vide alzarsi nuvole di fumo nerastro il mattino del 9 gennaio 1798.
Oggi ne resta solo un fedele modellino, costruito nel 1824, al Museo Navale. Il 22 ottobre 2004, con la costituzione della Fondazione Bucintoro, è stato avviato un progetto per la ricostruzione dell’ultimo Bucintoro nell’Arsenale di Venezia.
Curiosità
Nel 2007 in una delle prime sezioni appena costruite, ed esposte al pubblico tra le colonne di Piazza S. Marco, il regista Gianni De Luigi ha declamato i versi del XXII Canto dell’Inferno, in onore della venuta di Dante a Venezia, e la cantante di musica popolare Michela Brugnera con i suoi musicisti, ha intrattenuto il pubblico con canzoni popolari Veneziane in onore della città.
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