Isola di San Michele e Isola di Murano e il vetro


Isola di San Michele

Con le punte degli alberi che svettano sopra la mura, San Michele è stata tante cose in passato ma oggi è l’Isola dei morti, ovvero il cimitero di Venezia. In origine un monastero rinomato per la sua splendida biblioteca e i suoi mappamondi, diventò cimitero solamente con l’arrivo di Napoleone, che nel 1804 diffuse un editto per l’Europa per cui i defunti dovevano essere sepolti al di fuori delle mura della città, per ovviare a problemi di igiene pubblica. Tra le varie grandi figure che riposano a San Michele ci sono il poeta americano Ezra Pound e il compositore russo Igor Stravinskij.

 

Isola di Murano e il vetro

Murano viene spesso chiamata la piccola Venezia, per le molte similitudini tra le due. Anche Murano infatti ha il proprio Canal Grande che taglia l’isola in due grandi blocchi di isolotti. In origine fu popolata da profughi che, già nel sesto secolo fuggivano dalle onde di invasioni dei cosiddetti barbari sulla terraferma. La fama di Murano è legata al vetro, anche se la produzione iniziò anticamente nel centro storico di Venezia; ma, tenendo a mente che gli edifici erano quasi esclusivamente fatti in legno, il rischio di incendi era sempre altissimo, e nel 1292 la Repubblica decise dunque di trasferire i centri di produzione del vetro a Murano, dove sono rimasti fino ad oggi. I segreti dell’arte vetraia erano – e sono ancora – protetti con grande gelosia tanto che fu vietato ai maestri vetrai di lasciare l’isola di Murano. Se un maestro decideva, per qualche motivo, di rifarsi una vita altrove, riceveva ben presto una visita da un paio di funzionari statali e veniva, non sempre gentilmente, invitato a ritornare a casa.

 

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