Le origini del Carnevale di Venezia sono ancora incerte. Quello che è certo è che la sua affermazione iniziale si basa su tre momenti specifici: tra le celebrazioni religiose e le guerre. Tre anni: 1094, 1162, 1296. Sono l’anno storicamente documentato del primo periodo di sviluppo del Carnevale di Venezia.
La Misteriosa Origine del Carnevale
L’origine di questa festa è infatti misteriosa quanto il Carnevale in sé; ciò che sembra più probabile, tuttavia, è che il periodo di eccesso e di divertimento che ha caratterizzato la vita pubblica della Serenissima sia stata una pratica ben accettata nei primi decenni del 1000 d.C. e comunque ben prima del periodo registrato dagli storici – tra l’XI e il XIII secolo – in cui si collocano le nostre tre date.
1094
Questo è l’anno del primo documento che si riferisce chiaramente al breve periodo di divertimento pubblico appena prima della Quaresima. Quello che sappiamo è che il Doge di quel periodo era Vital Falier, e, per quanto riguarda il Carnevale non abbiamo altre informazioni. Ciò che sembra chiaro è che questo periodo di divertimento, anche se menzionato per la prima volta, non era una novità per i veneziani.
1162
È l’anno in cui il Doge Vitale Michieli combatte contro il patriarca di Aquileia Ulrich che, sostenuto da Federico Barbarossa che si è unito ad altri proprietari terrieri friulani, cerca di conquistare la città di Grado che era sotto il controllo veneziano. La reazione della Serenissima fu rapida e determinata e portò alla capitolazione del Patriarca nel giorno di Carnevale, il giovedì del Giovedì Grasso. I festeggiamenti divennero, negli anni successivi, un consuetudine anche per il tributo – un toro e dodici maiali – che Aquileia era stata a lungo riconosciuta a Venezia, sempre durante i “Giovedì Grasso”.
1296
Questo è l’anno in cui il Carnevale è dichiarato festivo dal Senato. Il Carnevale, infatti, dal 1296, è stato ufficialmente fissato l’ultimo giorno di Quaresima, come festa dedicata al divertimento e agli eccessi. Questa festa diventa così uno sbocco per una città sempre più potente, ma anche sempre più soggetta alle tensioni politiche e alle trappole mosse dagli Stati rivali. Una curiosità? Il Doge dell’epoca, Pietro Gradenigo, è stato il primo a citare una maschera, in questo caso la bauta.
“Grande cosa ha fatto l’uomo che per primo ha inventato la maschera “bauta“, perché questo rende le persone di ogni ruolo e di ogni età in una comoda uguaglianza ed evita ogni riverenza tra i sessi”.
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